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Cani a Catena – verso il divieto in Italia e in Europa

AGGIORNAMENTI E PETIZIONE COALIZIONE #FREEDOMFORDOGS 

VERSO IL DIVIETO DI TENERE I CANI ALLA CATENA

Che sia stato adottato, comprato, salvato o altrimenti acquisito, il “migliore amico dell’uomo”, a prescindere dalla razza, dal sesso e dall’età, rischia sempre di condurre una vita misera legato a una catena. Oggi, nella maggior parte dei paesi dell’UE e in alcune regioni italiane, nonostante l’accresciuta sensibilità dei cittadini al benessere degli animali e alle loro esigenze etologiche, diverse migliaia di cani sono tenuti alla catena per lunghi periodi di tempo, spesso per tutta la loro vita.

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NEWS EMERGENZA CALDO E INCENDI
15 luglio 2023

A,Dog,On,A,Chain,In,A,Box

È indispensabile che le leggi sulla tutela e sul rispetto degli animali siano formulate in modo chiaro e rigoroso.

Gli animali non hanno una voce per reclamare i propri diritti. La manipolazione e la gestione degli animali custoditi dall’uomo rappresentano temi che devono essere affrontati con grande senso di responsabilità e rispetto per le loro esigenze biologiche, etologiche e psicologiche.
Il rapporto si propone di offrire alle autorità politiche gli strumenti necessari per adottare provvedimenti incisivi in materia e determinare un effettivo cambiamento della situazione. Si tratta di strumenti che scaturiscono dai migliori esempi di leggi esistenti, nonché dalle più avanzate conoscenze acquisite in fatto di scienza ed etica degli animali.

La situazione nelle regioni italiane…

La disciplina normativa sulla fattispecie “cane a catena o cane legato con una corda ad un punto fisso”, in Italia, è regolamentata a livello regionale (e provinciale per le Provincie Autonome di Trento e Bolzano).

Campania, Umbria e Marche hanno una normativa che prevede il divieto assoluto di detenzione di cani alla catena;

Veneto, Emilia-Romagna, Puglia, Lazio, Lombardia, Abruzzo, Provincia Autonoma di Trento hanno una normativa che prevede delle eccezioni specifiche e circoscritte al divieto;

Sicilia, Basilicata e Liguria non hanno una normativa sul tema;

Le rimanenti Regioni e Provincia Autonoma di Bolzano hanno una normativa desueta e formulata in maniera vaga ed inefficace, che. permette la detenzione a catena senza limiti di tempo o con limiti di tempo esageratamente prolungati (fino a 12 ore al giorno), caratteristica che finisce per inficiarne l’applicazione e limitare la possibilità di controlli e sanzioni.

In Toscana è vietata la custodia di cani a catena o con altro strumento di contenzione permanente fino al 30 settembre 2023. Tale ordinanza è stata adottata anche nell’estate del 2022.

Si raccomanda una rapida revisione delle normative regionali esistenti sulla base dei modelli di Umbria, Campania e Marche, oppure sul modello di Lombardia, Veneto, Emilia- Romagna, Abruzzo e Puglia – con l’adozione di relativi sistemi sanzionatori. Tuttavia, si segnala che le norme approvate da questo secondo blocco di cinque Regioni prevedono delle deroghe, che andrebbero meglio circostanziate: le stesse sono previste per motivi veterinari e per motivi di sicurezza (non meglio dettagliati), tuttavia la temporalità di tale misure andrebbe specificata.
Ad agosto 2021, anche la regione Lazio è entrata a far parte dell’elenco delle regioni che vietano la detenzione dei cane alla catena.

VERSO IL DIVIETO DI TENERE I CANI ALLA CATENA

COMUNICATO STAMPA

Cani a catena in Italia, Europa, Paesi Extra UE: presentato il 1° rapporto realizzato da Green Impact e Save the Dogs

Gravi disparità tra le Regioni italiane. Campania e Umbria le legislazioni migliori. Liguria, Sicilia e Basilicata prive di regolamentazione.

Austria, Svezia e California modelli di riferimento in Europa e nel mondo.

COMUNICATO STAMPA
LUGLIO 2022

Comunicato StampaComunicato Stampa

COMUNICATO STAMPA
2021

Comunicato StampaComunicato Stampa

COPERTURA RASSEGNA STAMPA
DEL RAPPORTO
MARZO – GIUGNO 2021

Rassegna StampaRassegna Stampa
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    Rapporto Completo

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    I contributi degli Esperti

    Scarica i contributi di: Prof. Adam Miklosi, Dott.ssa Regina Binder, Dott. Alexandre Barchiesi, Dott. Alessandro Fazzi e Dott.ssa Gaia Angelini, Prof. Enrico Alleva, Dott.ssa Heather Rally.

Per maggiori informazioni,

scrivici a:  info@greenimpact.it